Guardiamo la mappa del comprensorio della DOC Arcole. Se, tendendo una linea ideale tra San Bonifacio e Albaredo d’Adige, la dividiamo in due parti, vengono fuori due figure. Quella a destra ricorda molto, ma molto da vicino la Francia, mentre quella a sinistra ci riporta alla testa di un ariete. Ci piace pensare che tra queste due figure ideali sia nata e si sia sviluppata quella zona viticola che ha dato poi origine alla DOC Arcole. Dalla Francia, questo territorio con oltre 2500 ettari di vigna (che in provincia di Verona si sviluppa nei comuni di Arcole, Cologna Veneta, San Bonifacio, Albaredo d’Adige, Zimella, Veronella, Zevio, Belfiore d’Adige e parzialmente in Caldiero, San Bonifacio, Soave, Colognola ai Colli, Monteforte d’Alpone, Lavagno, Pressana, Rovereto di Guà, e San Martino Buon Albergo) ha preso buona parte dei suoi vitigni. Non per niente il disciplinare della DOC parla di Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc per i rossi e di Pinot Bianco, Pinot Grigio Chardonnay, Sauvignon (con l’onnipresente “innesto” della Garganega) per i bianchi. Una DOC ed un territorio che assomiglia alla Francia non può non avere terreni vocati, anche se completamente diversi: ecco quindi che da quelli alluvionali, ricchi di sabbie, della pianura prossima all’Adige si arriva all’argilla ed al calcare delle colline. Nel primo caso si ottengono vini eleganti e fini, nel secondo nervosi e strutturati. In entrambi prodotti molto ben riconoscibili e caratterizzati da aromi netti e da strutture per niente arrendevoli.
Se la coltivazione della vigna in molte parti di questo territorio si perde nella notte dei tempi, il riconoscimento della DOC è invece molto recente. Risale infatti all’anno 2000 e da allora la zona è ulteriormente cresciuta, sopratuttto in qualità. Basta infatti assaggiare i bianchi od i rossi delle locali cantine per capirlo. Vini immediati, che si basano sulle connotazioni varietali e sulla schiettezza del vitigno per convincere i molti che (purtroppo per loro) non li conoscono. Ma siamo comunque in provincia di Verona, terra di grandi passiti: ecco quindi nascere la tradizione del Nero d’Arcole, vino partorito dal classico taglio bordolese messo però in appassimento. Qui si trova l’ideale connubio tra Verona ed il mondo enologico francese. Qualcuno si domanderà: ma l’altra parte del territorio a forma d’ariete? Questa rappresenta semplicemente la voglia dei produttori dell’Arcole DOC di “sfondare” nel grande mondo del vino di qualità. E chi può resistere ad un “ariete enologico” di questa portata? Nemmeno Napoleone che, come narra la storia, sul Ponte d’Arcole ordinò la ritirata delle sue truppe.
CONSORZIO TUTELA VINI ARCOLE
I vini vincitori
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Data ultima visita: 10/12/2024